La diagnosi di tumore del seno

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La diagnosi di tumore del seno

LA DIAGNOSI DI TUMORE DEL SENO

La diagnosi di tumore del seno si basa sulla visita senologica e sull’esecuzione di alcuni esami radiologici:

Visita senologica

L’esame clinico eseguito dal senologo è un momento fondamentale della prevenzione e della diagnosi. Lo specialista, infatti, è in grado di cogliere alterazioni che la donna non riesce ad individuare.

In base al tipo di seno (più o meno denso) e alla storia familiare della paziente, il senologo stabilisce la periodicità dei successivi controlli o eventualmente, in presenza di anomalie o nei casi sospetti, prescrive gli accertamenti necessari.

Mammografia

La mammografia è l’esame cardine della diagnostica strumentale senologica e puo’ fornire importanti informazioni sulla sede e le caratteristiche della neoplasia (fig.1). Oltre al suo utilizzo nei programmi di screening ai fini di una diagnosi precoce di lesioni piccole non palpabili, è l’esame di prima istanza nella diagnostica delle donne sintomatiche di età maggiore di 38 anni.

Si tratta di una radiografia eseguita con uno strumento che comprime delicatamente la ghiandola mammaria e che permette di individuare formazioni tumorali quando sono ancora così piccole da non essere percepibili al tatto. La mammografia deve essere eseguita con apparecchi dedicati, in grado di produrre immagini ben dettagliate. Attualmente, l’evoluzione tecnologica l’ha resa strumento digitale e quindi più accurato e sensibile nell’individuazione dei tumori.

Figura 1: Tumore del seno diagnosticato alla mammografia

Ecografia mammaria

L’ecografia mammaria è un valido strumento diagnostico che può essere di integrazione all’esame clinico e/o mammografico. È un esame rapido e innocuo che utilizza ultrasuoni per generare immagini del seno; viene eseguita passando sul seno una piccola sonda. Per nulla invasiva poiché non utilizza radiazioni ionizzanti, l’ecografia è lo strumento diagnostico di elezione e di primo approccio nelle pazienti giovani al di sotto dei 38 anni o con mammelle dense, mal valutabili con la mammografia; rappresenta un esame complementare alla mammografia nelle donne dopo i 38 anni.

Risonanza magnetica mammaria

E’ una metodica in progressiva diffusione anche in senologia, ma in ambiti specifici ed in particolare ove l’approccio tradizionale eco-mammografico non ha dato risposte convincenti. La risonanza utilizza campi magnetici per generare immagini dettagliate della mammella. Lo scanner per la risonanzaè costituito solitamente da un ampio tubo contenente magneti. Durante la scansione, la cui acquisizione richiede circa 30 minuti, la paziente deve rimanere all’interno del tubo sdraiata su un lettino. Allo stato attuale, la risonanza mammaria con mezzo di contrasto è da considerarsi tecnica da impiegare ad integrazione della mammografia e dell’ecografia solo in casi particolari su indicazione del senologo.

Prelievo con ago

Quando viene individuato un nodulo sospetto si procede ad accertare se è costituito da cellule benigne o maligne. In tal caso l’indagine cardine è rappresentata dall’agobiopsia, che consiste nel prelevare, in anestesia locale, piccole porzioni del nodulo sospetto da sottoporre all’analisi microscopica. Il prelievo viene effettuato con un ago particolare tradizionalmente sotto guida ecografica o mammografica, prelevando piccoli campioni di tessuto di dimensioni tali da consentire al patologo di stabilire se si tratta di una formazione benigna o maligna (esame istologico). La biopsia del tumore fornisce al medico informazioni sul tipo di tumore della mammella da cui la paziente è affetta e aiuta a pianificare il trattamento.

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